INTERVISTA | Carlo Tamburini, stella emergente del GT2 European Series
Il giovane portacolori LP Racing ci ha raccontato il suo stellare 2024, vissuto in giro per i tracciati europei, in equipaggio con Leonardo Gorini e conclusosi da vice-campione
Abbiamo avuto il piacere di fare 4 chiacchiere con uno dei protagonisti 2024 del Fanatec GT2 European Series, ovvero il giovanissimo Carlo Tamburini. Al termine di un’annata in compagnia di Leonardo Gorini, a bordo della Maserati #1 il mantovano, classe 2005, ha ripercorso con noi una stagione fantastica che lo ha proiettato al Top della serie che fa da contorno al GT World Challenge Europe, tanto da giocarsi all’ultimo round il titolo, perso (purtroppo) per una trentina di punti.
Qui le prime domande dell’intervista.
Ciao Carlo, entriamo subito nel vivo: te lo aspettavi questo bellissimo risultato al tuo primo anno in GT2 European Series?
E’ stato un risultato super! Devo dire che i presupposti c’erano fin da inizio stagione, perché nonostante fosse il primo anno di Maserati, nel ritorno ufficiale alle competizioni GT. Il team era preparato, la vettura ci era sembrata competitiva sin dai test invernali.
Io e Leonardo Gorini eravamo una bella accoppiata Pro/Am, come gli equipaggi che arrivano davanti in GT2… Per cui penso che il potenziale lo conoscessimo e siamo partiti con l’obbiettivo di vincere il campionato.
Purtroppo non siamo riusciti nell’impresa, per pochi punti e per la sfortuna nel round di Hockenheim, nel quale siamo stati penalizzati tanto, però 4 vittorie sono state incredibili, soprattutto la prima, poiché è stata la prima della MC20.
Poi anche in Italia, davanti a tutti gli appassionati Maserati e tutti coloro che hanno contribuito alla progettazione della vettura, quindi per concludere: una stagione davvero soddisfacente, ma che abbiamo preparato bene.
Cosa ha significato per te, rappresentare un marchio così prestigioso?
E’ stato bello, si è sentito il sostegno, perché era proprio il debutto… o meglio, il ritorno alle corse. Per chi non lo sapesse, Maserati ha avuto una storia importante con la MC12, circa una quindicina di anni fa, dove ha vinto la 24 Ore di Spa e diverse vittorie nell’allora Campionato Mondiale FIA GT: si respirava questa voglia di tornare.
Sicuramente, poter rappresentare questo brand e partecipare ad eventi, come la presentazione della vettura stradale, una via di mezzo fra l’auto di serie e la nostra da corsa, sono stati momenti interessanti, che non avevo avuto modo di vivere con altri brand.
Ho sentito molto il supporto, poi essendo una vettura italiana, una squadra italiana e con un pilota italiano, si sente di più l’unione e la collaborazione. Perciò si, è stato l’inizio di un cammino, che spero sia lungo insieme.
Quali sono state le prime impressione della Maserati MC20?
Fin dai test pre-stagionali ci siamo resi conto che la vettura andava veramente bene, per essere nuova. Un po' di sviluppo c'era ancora da fare e tutt'ora il potenziale è ancora più alto di quello che abbiamo raggiunto, però le sensazioni sono state subito positive.
Arrivando dalla GT3, che è la categoria più performante, ero curioso di vedere quali sarebbero state le differenze di stile di guida, come sensazioni rispetto a una GT2 e devo dire che sì, si sono sentite, perchè c'è meno aerodinamica ed è un po' più pesante, però allo stesso tempo è una vettura super prestazionale.
Mi è piaciuto un sacco il motore centrale, che ti dà quella sensazione rispetto alla BMW dello scorso anno di avere la macchina unita al pilota, quindi di poterci "giocare" un po' di più, di forzare nell'entrata in curva: questa è una cosa che mi è piaciuta subito un sacco.
Il motore, naturalmente è uno dei punti forti, il Nettuno di Maserati, che ha più di 600 cavalli, perciò mi sono accorto subito di questa super spinta e del sound, che per essere un motore Turbo è molto bello rispetto a V6 Turbo come questo che possono essere più silenziosi.
Sono rimasto soddisfatto fin da subito ed è per questo che ho voluto proseguire con Maserati dopo il primo test, nel quale era una "mini-selezione" per la scelta del pilota 2024.
Tu hai condiviso la vettura per tutta la stagione con Leonardo Gorini: ti chiedo com' è stato averlo come compagno di equipaggio.
E' stato sicuramente positivo, perché per le nostre categorie di riferimento, per me la Pro e per lui la Am, siamo stati entrambi super competitivi. Si è trattato del mio primo anno al fianco di un gentleman vero e proprio, perché pur avendo corso anche lo scorso anno con equipaggi Pro/Am, non era proprio come quest'anno, dove la differenza era chiara fra chi era Pro e chi era Gentleman, del proprietario della macchina anche.
Con Leonardo mi sono trovato bene, perchè pur facendo sport per divertimento e non con obbiettivi professionali come me, ha sempre dimostrato un grande impegno e tanta voglia di lavorare.
Abbiamo sempre confrontato i dati e i video On Board per cercare di avvicinare il più possibile le nostre guide e di migliorare insieme il Set Up della macchina. Anche lui si è affezionato a me, anche grazie a questo sono arrivati gli ottimi risultati.
Oltre che con il mio compagno di squadra, anche con i meccanici abbiamo sempre avuto un legame forte, che in un campionato europeo, dove si viaggia molto insieme si incontrano sempre delle difficoltà, è sempre super importante. Perciò questo legame è stato fondamentale.
Cosa avresti voluto fosse andata diversamente, anche in generale nel campionato?
E' stato solo Hockenheim il weekend penalizzante. Per quanto riguardale altre gare, abbiamo perso un pelino di punti, ma è normale per tutti non fare, ogni tanto una gara perfetta, avere qualche disguido. In Germania siamo stati penalizzati molto, perchè già a partire dalle qualifiche con il problema tecnico, nè io nè Leonardo siamo riusciti a stabilire un tempo valido.
Perciò partire dal fondo, da due gare è super penalizzante: un conto è come è successo a Monza, dove siamo partiti solo per una gara, poichè io non sono riuscito a disputare le qualifiche. Ma partire dal fondo in entrambe le gare è veramente un disastro. Poi in gara lui ha avuto un contatto al primo giro quindi sono esaurite subito le nostre possibilità di rimonta ed in gara-2 abbiamo guadagnato qualche posizione, ma non è stato sufficiente: essendo fuori dai giochi, i nostri rivali in campionato hanno vinto entrambe le gare e ci hanno "ammazzato".
A Monza partendo oltre la Top10, siamo riusciti ad arrivare secondi in pochissimi giri, perciò siamo riusciti a fare anche delle belle rimonte. I ricordi migliori resteranno le vittorie e le pole. Può succedere: era il primo anno per la macchina e qualche problemino tecnico o qualche errore ci può stare e tutti se lo aspettavano.
Essendo al debutto in Europa ho dimostrato tanta velocità, tanta consistenza, quindi non dobbiamo pensare troppo al passato con malinconia, ma guardare al futuro e ai successi che abbiamo avuto.
Qual è la pista che ti è piaciuta di più? Anche in generale, guardando alla tua carriera.
All'inizio dell'anno era curiosissimo di provare Spa, perchè è un po' la pista che tutti sognano da bambini: molti dicono essere la più importante, prestigiosa d'Europa, perciò avere l'occasione di correrci, tra l'altro nello stesso weekend della 24h era qualcosa a cui ho puntato fin dall'inizio.
Mi è piaciuta, ma devo dire che la mia preferita in assoluto è Imola: non riesco a trovare una curva che non mi piaccia. Persino la variante alta, che alcuni ritengono essere abbastanza lenta, noiosa, invece è bellissima, perché si vola sui cordoli.
Dove ho avuto più emozioni è stato il Paul Ricard, anche se è un tracciato che non mi è piaciuto in modo particolare, ma essendo stata la prima gara nel quale abbiamo colta la prima Pole, la prima vittoria è stata dove ho avuto più emozioni.
Poi è stato piacevole anche Monza, dove essendo nuova, c'era un sacco di grip sull'asfalto, si andava veramente forte e poi c'era anche il pubblico di casa a sostenerci. Spa è stato speciale passare per l'Eau Rouge e vincere.
Cosa vi ha impedito di vincere il campionato, all'ultimo round?
L'ultimo weekend a Barcellona, pur essendo decisivo, lo abbiamo affrontato come gli altri. La cosa migliore da fare è restare concentrati, sessione per sessione. Prove libere, mettere bene a posto la macchina e avere i giusti riferimenti di guida. Qualifiche, fare un buon giro e le gare per essere consistenti, quindi l'approccio e le emozioni sono state molto simili agli altri weekend.
Magari solo al termine della seconda gara, dove è terminato il campionato, c'è stato un momento di riflessione. Lo abbiamo perso, come ho già detto, per Hockenheim, a Barcellona abbiamo faticato con il degrado gomme: in qualifica con la gomma fresca ho ottenuto la Pole, invece in gara si è rivelato complicato la gestione dell'usura e mantenere il passo gara.
Eravamo in una situazione sfavorevole in ottica punti, fin dall'inizio del weekend, perciò in Spagna non abbiamo perso punti, ma non siamo riusciti a guadagnarne. E' stato un weekend positivo e in linea con le aspettative.
Come tanti altri, dopo una breve carriera in formula, sei passato alle ruote coperte: ti chiedo perché questa scelta e cosa spinge tanti giovani a preferire le ruote coperte alle formule.
Penso che più o meno la risposta sia uguale per tutti, ovvero il budget. In formula, oltre a chiedere un budget stagionale più alto, non offrono la possibilità di ricevere un sostegno dalle case ed è molto più difficile trovare sponsor.
Perciò è una questione finanziaria: naturalmente per molti che arrivano dai kart, l'obbiettivo è diventare piloti professionisti, perciò se il percorso nelle formule si rivela inefficace, si cercano altri modi nelle vetture GT.
Poi il piacere di guida, nelle formule è sicuramente superiore e la formula rimane l'auto da corsa per eccellenza, forse si avvicinano un po' i prototipi, però la vettura a ruote scoperte resta il mezzo da competizione preferito di tutti i piloti.
E' un peccato perché la F4, fino a una decina di anni fa, doveva avere un budget differente, però questo avrebbe permesso a tanti piloti italiani di crescere e poi adesso sono quasi tutti stranieri. Quanti italiani ci sono che corrono? Si contano sulle dita di una mano...
Tanti italiani sono anche andati in Spagna a correre...
Si, perchè costa meno...
Quali sono state le difficoltà nel passaggio tra monoposto e vettura a ruote coperte?
La differenza più grande è il peso, quindi capire quando si deve rallentare, bisogna rallentare una massa molto più importante, quindi la frenata diventa anticipata e più lunga. Per capire questo meccanismo serve qualche giro per prenderci la mano.
Poi le macchine a ruote coperte hanno anche più cavalli, quindi come si utilizza il pedale dell'acceleratore è diverso a una F4 o F3, che sono povere in termini di cavalli. Allo stesso modo anche lo sterzo: a differenza di una formula, su una vettura a ruote coperte il baricentro è più alto quindi ogni movimento comporta un rullio della macchina e in frenata si sente tanto anche la parte anteriore dell'auto che si abbassa.
Quindi sono tutte differenze che un pilota giovane che viene dai kart, i quali sono molto simili ad una formula, ci mette qualche giro a capirle. Io sulle TCR mi sono trovato subito bene, sono andato fortissimo. Questo percorso di adattamento non è stato così faticoso.
Tra macchine a ruote coperte ci sono state tante differenze, anche tra TCR e GT3: la prima non ha controlli elettronici, nè ABS nè traction control, ha trazione anteriore, pochissima aerodinamica, mentre la GT3 ha tutti questi "aiuti", ma se però non si utilizzano cambiando il proprio stile di guida, si va più piano anzichè più forte.
E' anche bello poter uscire dalla propria confort zone, penso che ogni tanto faccia bene.
Ti sei tolto anche tante soddisfazioni nel Campionato Italiano GT con Ceccato Racing: qual è stata la chiave del successo?
La chiave del successo in ogni gara, campionato è lavorare bene sia in termini di preparazione fuori dalla pista, perciò la preparazione fisica e quella al simulatore, che in pista, ovvero non accontentarsi mai, cercare di migliorare se stessi e la vettura e attraverso la raccolta di dati.
Nelle serie Endurance e Sprint eravamo due vetture quindi c'era tanta possibilità di confrontarsi tra piloti e setup e questa è stata un'arma vincente per spingerci a vicenda e a migliorare. Poi ovviamente il pacchetto tecnico era molto buono. Il successo è arrivato per questa serie di fattori, che sono gli stessi ogni anno: senza quelli non si arriva al successo.
Parlando di preparazione, a livello mentale hai una preparazione particolare o hai delle tue tecniche?
Non ho una tecnica particolare, ma ho una routine della giornata: sapere ogni giorni cosa e quando devo fare una cosa. Per esempio quando devo scaldarmi prima di entrare in macchina, avere tutte le mie tute, sottotuta, tutte le mie cose ordinate sul camion, quando andare a pranzare in modo da non essere appesantiti, ma avere energie a sufficienza...
Tutte queste piccole cose, ordinate durante la giornata mi aiutano mentalmente e ad avere meno preoccupazioni... Poi ogni tanto un po' di musica ci sta per passare il tempo... Poi qualche risate e parlare di altro fa bene a tutti, anche ai meccanici e agli ingegneri, i quali passano sempre in secondi piano, ma in realtà sentono la pressione quasi allo stesso modo. Un meccanico quando controlla i freni ha la stessa responsabilità di un pilota quando è in pista, se non maggiore...
Tutto il team è sotto stress durante il weekend di gara, per cui aiutarsi a vicenda è sicuramente una soluzione.
Come funziona il format del campionato GT2?
E' pensato principalmente per Gentleman Driver che vogliono una vettura veloce, quindi con performance simile alla GT3 con costi più bassi e con la possibilità di accompagnare il GTWCEu, ottenendo così visibilità correndo nei circuiti più prestigiosi.
Per questo esistono solo due categorie: quella Pro/Am e la categoria Am dove due o un solo Gentleman corrono in macchina. Non esiste una categoria Pro.
Un weekend ha due sessione di prove libere, che possono essere precedute in alcuni casi da un test privato il giovedì. Duessione di qualifica, di cui la prima riservata ai gentleman e e una riservata ai pro o agli Am quando corrono due gentleman.
Infine 2 gare da 50 minuti con la finestra di cambio pilota a circa metà gara: bisogna essere molto aggressivi fin dalla partenza. Spero sia una categoria che riuscirà a crescere in futuro, secondo me gli ingredienti ci sono. Alla fine a Monza abbiamo dimostrato di essere veloci quasi quanto le GT3 con costi bassi. Poi sono un po' più intuitive rispetto a una GT3 anche per un gentleman che vuole approcciarsi a gare di endurance. Il numero varia da gara a gara, sarebbe un bel traguardo raggiungere la venti macchine fisse.
Se dovessi scegliere alcuni momenti significativi della tua carriera, che ti hanno segnato, quali sarebbero?
Sicuramente la mia prima vera gara di F4, in una pista come Monza. Avevo giò fatto esperienza a Varano e Misano, però Monza è stato il vero battesimo dell'inizio della mia carriera nel mondo delle auto dopo i kart.
Quindi è stato super emozionante trovarmi in griglia in questo rettilineo enorme con le tribune enormi, questo mi ha fatto capire che avevo cominciato il mio sogno ovvero quello di correre in auto. Nel 2022 mi è rimasta impressa la vittoria assoluta ad Imola, perchè nel campionato TCR Italy ci sono piloti professionisti nelle prime posizioni. Ho vinto ad Imola, che è una pista molto tecnica, al mio secondo weekend in pista e ciò ha dimostrato chi sono, è stato importante per la sicurezza in me stesso e per farmi conoscere.
Per quanto riguarda il 2023 direi la gara Sprint a Monza, dove siamo saliti per la prima volta sul podio nel Campionato Italiano Assoluto GT e la gara Endurance al Mugello, dove dopo la ripartenza da una SC ho avuto modo di essere leader di una gara GT.
Infine quest'anno il Paul Ricard, è stato super vincere per Maserati a 19 anni è stato molto emozionante... Poi con la 24h di Spa correre con più di 100 mila persone tra il pubblico è stato super.
Quindi se dovessi scegliere la vittoria più bella, quale sarebbe?
Bè, è come chiedere a un genitore qual è il suo figlio preferito. Molto difficile dirlo. Riesco forse a dirti la mia preferita di ogni anno. Sceglierne una in tutta la carriera è quasi impossibile.
Nel 2016 sei stato premiato come pilota emergente. Che ricordi hai di quel periodo?
Ho pochi ricordi, perchè ero piccolo e mi ricordo bene la mia prima vittoria assoluta, che è stata nel 2016, perchè è arrivata dopo il podio in quanto hanno penalizzato il pilota che era arrivato prima di me: io avevo tentato l'incrocio, ma lui mi aveva chiuso eccessivamente.
A fine gara misentivo deluso, arrabbiato, invece poi è arrivata la coppia con su il numero 1. Quell'anno è arrivato anche il mio primo articolo di giornale, parlando del mio primo successo... Perciò è stato l'anno nel quale ho cominciato ad essere un pilota per davvero.
L'avete consegnato?
Si, si certo
Come ti sei avvicinato al mondo dei kart?
Il primissimo contatto è stato con i kart elettrici, perchè c'è un circuito indoor a una decina di km da casa mia, perciò è il passo più facile. Ho fatto un mini corso di guida sportiva e mi sono trovato bene. Ero super appassionato e ho voluto continuare. Poi un giorno per caso siamo passati vicino ad un'officina e avevano dei kart e mi sono incuriosito.
Il proprietario stava mettendo a posto dei vecchi telai che aveva lì, perchè era stato un pilota di kart anche lui. Abbiamo sfruttato questa possibilità per andare a guidare in pista e da lì tutto è cominciato e non mi sono più fermato.
Ho cominciato con un kart con motore a scoppio il giorno del mio compleanno, faceva freddo ed ero super teso, perchè per un bambino i kart sono molto impegnativi da guidare. Il mio primo kart aveva tutti gli adesivi della Red Bull, perchè in quel periodo c'era Vettel che stava dominando in F1, che è il mio pilota preferito. C'era anche il numero 23, il giorno che sono nato quindi tutto perfetto.
Cos'è che invece hai appreso nel kart?
Si, al di là di essere una scuola di guida, perchè ovviamente insegna molto, ma il karting è una scuola di vita, una palestra mentale. Questo vale più di molte ore a scuola e se non sei fote vieni inevitabilmente schiacciato dagli altri.
Sono pochi gli sport dove a meno di 10 anni di età il livello è così alto, quindi per un bambino è difficile da gestire. per cui mi ha sicuramente insegnato a farmi rispettare sia dentro che fuori la pista. Anche il duro lavoro, nel senso che se non si gira d'inverno, se vuoi andare bene bisogna allenarsi.
E poi anche il rispetto reciproco.
E poi l'apertura mentale, perchè quando vai a corri in kart ad alto livello, trovi persone di altri paesi che corrono contro di te.
Si, si, impari anche a parlare un po' inglese, a capire le diverse culture di altri bambini.. Culture diverse che però coesistono, perchè sotto il casco, quando si è in pista si è tutti uguali.
Quali sono secondo te i piloti che rappresentano il Motorsport Italiano, anche in ottica futura?
Ovviamente Kimi Antonelli, perchè sarà in F1. Quindi da quando lo conosco, ho presente la carriera che ha fatto perchè siamo coetanei. Nonostante tutto è sempre stato un bravo ragazzo, educato. Credo sia un talento con la mentalità giusta, che potrà fare bene.
Tutti gli italiani dovrebbero fare il tifo per lui, perchè finalmente torna un italiano dopo un po' di tempo. Poi Fornaroli, con cui ho corso contro in kart ed ha vinto la F3: bravissimo ragazzo, educato, perciò si merita di essere dov'è. Quindi Gabriele Minì, anche lui molto veloce.
Brave persone e bravi piloti, perciò buoni rappresentanti per l'Italia nel mondo delle Formule.
E invece nelle ruote coperte?
Nelle ruote coperte siamo in tanti, proprio per il discorso del budget. Abbiamo difficoltà ad andare avanti, ma non rinunciamo alla passione per il motorsport. Tanti stranieri vengono a fare le gare di kart in Italia, perchè è un ambiente competitivo, con tanta tradizione, storico. Per questo ci sono tanti piloti italiani che sono forti: anche in Hypercar ci sono diversi italiani.
Quindi non bisogna guardare solo alle ruote scoperte, ma anche alle altre, perchè di esempi ce n'è sono tanti. Bisogna andare fieri di questi talenti, sarebbe bello avere più riconoscimento dalle Federazioni.
C'è un campionato a cui punti, dove ti vedi fra 5/6 anni?
Il mio sogno è sicuramente il DTM, perché è un campionato dove si corre da soli. Gare super aggressive, quasi tutti piloti ufficiali e professionisti quindi livello altissimo. Si fanno tante giornate di test, quindi è il campionato migliore in GT, anche perché è da poco che è diventato GT. Fino a poco tempo fa era c'erano le Class One.
Piuttosto che avere un campionato con 10 macchine che non funziona meglio avere auto meno performanti, ma tanti concorrenti in lotta per il titolo, secondo me. Sarei contento fra 3/4 anni di correre già in GTWC, perchè è un campioanto internazionale e ci sono gare sia Sprint che Endurance. Anche lì il livello è altissimo, tante macchine... quindi questo è il mio obbiettivo più a breve termine rispetto al DTM.
Come bilanci la tua vita personale agli impegni in pista?
Alla fine basta avere una routine ed essere organizzati. Ci sono tanti studenti atleti o atleti lavoratori quindi effettivamente si può coniugare sport e altro. Certamente non si può perdere tempo. Secondo me è importante avere un plan, sia della giornata, sia mensile.
Alla domanda "Cosa vuoi fare da grande?" hai sempre risposto il pilota?
Fino a quando avevo 13 anni ho giocato anche a basket, quindi ero più indeciso. Poi ho capito che le mie qualità erano più con il volante rispetto che con la palla. Da quel momento ho sempre detto il pilota.
Hai qualche hobby?
Ho la fortuna che il mio hobby è allenarmi: la palestra non mi piace tanto. Ultimamente sono tanto interessato al ciclismo, quindi vado tanto in giro con la bici da corsa, perciò ho la fortuna che fa benissimo ad un livello di aerobica/cardio. Poi anche il simulatore.
Mi piacciono gli animali, perciò ogni tanto porto fuori un cane. Mi piacciono gli sport in generali, anche guardarli.
Come la prendevano a scuola i compagni e i professori?
Dipendeva un po': alcuni erano ammiratori e fan, mentre altri sminuivano l'impegno. Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di correre con auto prestigiose, per cui è stato più facile far capire agli altri cosa facevo. Ero uno studente atleta, certificato dal Miur, quindi una cosa ministeriale.
Era un po' più difficile ai tempi del kart, perchè difficilmente uno si immagina uno sport così competitivo e impegnativo e lo vedevano come un gioco.
C'è invece un pilota a cui ti ispiri?
Non ho un vero e proprio idolo, ho avuto la fortuna grazie a mio papà di conoscere tanti piloti del passato ed ho capito come guidavano grazie a video e articoli. Ammiro sia piloti del passato, che attuali.
Ammiro tanti piloti professionisti, perchè fanno della loro passione un lavoro ed è qualcosa che ammiro molto.
Invece a livello di guida?
E' molto difficile dirlo: nel passato era più semplice vedere lo stile di guida di un pilota, adesso c'è meno spazio di interpretazione. Bisogna andare incontro alla macchina a causa di regolamenti e delle gomme.
Posso dirti che sono un pilota aggressivo, mi piace entrare veloce in curva. Mi piace entrare forte in curva e frenare tardi.
C'è un posto che hai avuto opportunità di visitare di una gara e che ti è piaciuto particolarmente?
Non ho avuto molte opportunità, se non forse Spa. Al Paul Ricard ero ancora in periodo di scuola, per cui non potevo andare via prima. Poi c'è stata Misano ho già corso perciò avevo già visitato i dintorni. Spa sono stato un po' di più poi a Hockenheim siamo stati per un test perciò ho avuto occasione di girare un po' la zona.
La zona di Spa è molto carina con ristoranti e negozietti, sono anche stato una sera a Bruxelle, ma non mi è piaciuto tantissimo. Hockenheim è una zona dove non c'è molto da vedere, Monza la conoscevo bene e Barcellona è una città vivace, mi piace sempre. Poi dopo la gara sono andato in spiaggia a fare l'ultimo bagno, ad ottobre.
Ultimissima domanda: qual è la cosa più strana che ti è capitata al volante in pista?
Ero a Monza per dei corsi di guida sicura ed ero su una Lamborghini. Ero in rettilineo e mi è arrivato un uccello fortissimo contro il parabrezza: ci siamo spaventati entrambi. Miracolosamente non è morto e questo non mi era mai successo correndo in macchina.
Puoi vedere l'intervista completa sul nostro canale YouTube qui.
Intervista a cura di:
Giulia Scalerandi, Anna Botton & Dennis Mattetti