Riccardo Ianniello: "Rappresentare Lamborghini è molto bello"

Siamo andati alla scoperta della carriera del giovanissimo pilota romano, che quest'anno corre nel Super Trofeo Lamborghini.

Credit: Riccardo Ianniello Facebook

Romano, classe 2007, ma soprattutto selezionato (per la seconda volta consecutiva!) nel Programma Giovani Lamborghini: si tratta di Riccardo Ianniello, con il quale abbiamo fatto una lunga chiacchierata. Tra i temi affrontati con il pilota proveniente da Velletri, il marchio di Sant’Agata Bolognese, che Riccardo rappresenta in pista, ma anche la sua carriera, il futuro ed i sogni.


Domanda classica: com'è nata la tua passione per le corse?


Tutto è iniziato da bambino, all’età di 5 anni, dove per la prima volta mio papà mi ha portato in una pista piccolina di go-kart, vicino Roma. Lì ho frequentato il corso base della pista, dove ti insegnano i primi passi: l’acceleratore, il freno, lo slalom… Abbiamo avuto l’occasione di incontrare Stefano Tredicine, il proprietario del kartodromo: lui è il mio manager, team manager fin da piccolo, sin dai tempi del karting.


Abbiamo poi intrapreso un percorso insieme a lui ed il suo team, KGT, fino ad arrivare al 2023, dove ho debuttato con le macchine correndo con DL Racing.


Sei giovanissimo e lo scorso anno hai chiuso da campione il campionato italiano GT AM: che esperienza è stata e cosa ti ha lasciato?


Sicuramente è stata una bella esperienza, per essere la prima volta con le auto. Non ho mai avuto esperienza in monoposto, per esempio non ho mai provato una Formula 4. E’ stato un anno complicato, perché giustamente mi dovevo ambientare, essendo tra i più giovani, avevo 16 anni.


Dovevo perciò un attimo capire come funzionava tutto, però posso ritenermi molto soddisfatto di com’è andato l’anno, soprattutto con i miei vecchi compagni. Devo ringraziare anche il team, che ha fatto un ottimo lavoro e anche i miei compagni.


Sei anche arrivato quinto in Finale Mondiale, giusto?


Si, a Vallelunga a novembre. Abbiamo fatto quinti: è stato un weekend molto complicato, perché eravamo tutti al limite e c’erano piloti molto forti da tutto il mondo.


Sono riuscito a fare in Q1 la seconda posizione, poi quarti in gara-1 e noni in gara-2, purtroppo, perché c’è stato un piccolo contatto. Alla fine con la somma di tutti i punti fatti in entrambe le gare, siamo riusciti a chiudere quinti al primo anno! E devo dire che sono molto felice del risultato.


Te lo aspettavi di arrivare lì così in fretta?


No, no, per niente. Sono partito molto tranquillo: è stato il primo anno per me, dovevo solo imparare. Non avevo obbiettivi.


Quanto è stato difficile passare dalla vettura del campionato italiano a quella della Finale, se ci sono differenze?


Non ci sono tantissime differenze, giusto i restrittori della macchina e le gomme che si usano. Le gomme sono state la differenza maggiore, perché è un altro tipo di gomma e abbiamo dovuto adattare lo stile di guida.


Dal passato al tuo presente. Sei stato confermato nel programma giovani di Lamborghini e quest'anno partecipi nuovamente al Super Trofeo Lamborghini: cosa significa per te rappresentare il marchio di Sant'Agata?


Rappresentare il marchio come Young Driver è molto bello e alla fine devi combattere, non solo per il titolo, ma fra tutti i giovani selezionati nel programma, devi essere tu a risultare il migliore.

Credit: Riccardo Ianniello FB

Devi cercare di fare il meglio sempre.


Senti maggiore pressione?


Si esatto. Alla fine siamo più di venti piloti e tutti vogliono arrivare ad essere i Factory Driver nel futuro.


Come giudichi fino a qui la tua stagione?


Siamo partiti con un po’ di alti e bassi alla fine con il mio compagno, perché abbiamo avuto un po’ di sfortuna, a causa di piccoli contatti e gare sfortunatamente “rimandate”. Però siamo arrivati alla fine, al Nurburgring, che eravamo molto carichi e pronti, sia io che il mio compagno Rodrigo Testa e abbiamo fatto molto bene, nonostante sia stata molto difficile, soprattutto in gara-1.

Nella prima manche diluviava, c’era tantissima pioggia, nonostante ciò, abbiamo fatto decimi in gara-1 ed una gara-2 bellissima con molti sorpassi, chiudendo in nona piazza dalla 36^ posizione!


C'è una pista che aspettavi o aspetti particolarmente quest'anno perché ti piace molto?


Una pista che ero ansioso di provare era Le Mans, perché è una pista che non ti capita sempre, essendo il tracciato della 24 Ore. E’ raro che anche nei campionati la aggiungano.

Arrivati là, senza aver mai provato, giusto con qualche ora al simulatore per capire un po’ la pista, devo dire che è stato molto emozionante, perché è un tracciato molto iconico, molto importante nel mondo del Motorsport.


Eravate insieme al FIA WEC, giusto?


Si, si facevamo da gara di contorno.


Com’è stato incontrare i “big” nel paddock, poterci parlare…


E’ stata un’esperienza unica, anche perché da quest’anno, nei primi tre round che abbiamo fatto, cioè Imola, Spa e Le Mans abbiamo corso insieme al WEC ed è stato qualcosa di unico. Ritrovarti là, con i piloti che magari vedi da piccolo in televisione e poi parlarci insieme, è stata un’emozione unica.


Parlando di Le Mans, è un tuo obbiettivo futuro, correre la 24 Ore o comunque arrivare al WEC o all’European Le Mans Series?


Si, sicuramente è un obbiettivo molto grande, con cui bisogna andarci piano piano, fare piccoli passi. Però spero di arrivare, anche perché spero di riuscire a vincere questo Young Driver e arrivare ad essere Factory Driver per Lamborghini.


Hai accennato al Factory driver, ma per quest’anno quali sono gli obbiettivi che ti sei posto?


Sicuramente, come ho detto prima, per l’anno scorso non avevo obbiettivi. Per quest’anno invece, sia io che il mio compagno di squadra, abbiamo un grosso potenziale per fare molto bene.

Vediamo se riusciamo a ribaltare adesso il campionato, chi lo sa… A fare podio, non solo in una gara singola, ma in generale nel Campionato Europeo e speriamo per le Finali Mondiali di riuscire a salire sul gradino più alto del podio, a Novembre.


Entrando più nel dettaglio nel mondo Endurance, quanto è importante fidarsi del compagno di squadra? E’ qualcosa di molto impegnativo…


Si, nel mondo Endurance, mi è capitato principalmente l’anno scorso con il Campionato Italiano. C'’è sempre un po’ di pressione, perché non sai mai cosa può succedere. Magari c’è un contatto di gara e tu, che fai il terzo pilota, non hai l’opportunità di correre. C’è sempre un po’ di ansia, se si può dire così, nelle gare Endurance.


Bisogna trovare l’assetto giusto per tutti e non è facile…


Esatto, soprattutto quello. Anche perché magari, fra due piloti, non piace la stessa vettura, quindi giustamente devi regolarti un po’ per uno, un po’ per l’altro, per far andare bene la vettura in tutta la gara.


Torniamo a parlare di te... Com'è il tuo stile di guida?


Sono un pilota molto pulito, non esagero mai. Certo, con il fatto che corro da poco in macchina, devo migliorare ancora questo aspetto, perché sicuramente, rispetto al kart è un’altra cosa: più cavalli, più peso… Soprattutto con le gomme usate, devo migliorare quell’aspetto di guida, perché faccio ancora un pochino di fatica. Però sono sicuro che, piano piano, posso migliorare.


Sei più da asciutto o bagnato?


Devo dire più da asciutto, anche se da bagnato non mi dispiace, perché quando corri sul bagnato, è sempre complicato, un punto di domanda per tutti. Chi parte primo sull’asciutto, chi fa la qualifica sull’asciutto parte primo, magari non significa che in gara va fortissimo. Però devo dire che preferisco la pista asciutta.


Qual è il tuo circuito preferito in assoluto?


Il circuito preferito, nel quale ho già corso l’anno passato è Spa: un tracciato che ti dà una sensazione stupenda, soprattutto quando fai l’Eau Rouge. Poi anche Imola mi piace moltissimo.


C'è una pista che sogni di percorrere e che non l’hai ancora fatto?


Posso dire Hockenheim, mi piace molto, è molto tecnica. Mi piace moltissimo anche Zandvoort.

Un campionato invece che vorresti fare o a cui punti?



Sicuramente come Factory. Con il Prototipo, l’LMDh con Lamborghini nel WEC, magari, chi lo sa… Ma anche le gare in America, il campionato IMSA non mi dispiacerebbe…


Hai qualche rito scaramantico prima di scendere in pista?


Un rito no. Sono un po’ scaramantico, quello si! Infatti porto sempre i cornetti, che ho sempre con me! Nelle Finali Mondiali mi facevo buttare un po’ di sale in macchina come portafortuna.


Ripercorriamo un po' la tua giovane carriera a 360 gradi. Hai vinto tanto nel karting - sei stato campione del mondo nella categoria rok junior nel 2020, anno nel quale hai anche vinto la serie italiana - e ora stai facendo molto bene nelle ruote coperte. Qual è la vittoria più bella, o comunque quella che porti nel cuore?


Sicuramente la vittoria del Mondiale nel kart. E’ stato un weekend partito con molta difficoltà, perché le condizioni meteo non erano delle migliori: pioveva poi smetteva e usciva il sole…

Quell’anno si è svolto sul tracciato di Franciacorta, quindi nessuno lo conosceva. E’ stata una gara stupenda, ricordi bellissimi, perché partivo dalla quattordicesima posizione in Finale: quando parti dietro, è molto più difficile vincere. Hai tredici persone davanti. Puoi partire nel mezzo, nella bagarre e non puoi sapere cosa può succedere…

Quando ho visto di essere arrivato al primo, ho passato il leader e mi sono tolto un peso addosso, cominciando a guidare più tranquillo e ho detto “Finalmente”


A quell’età, trovarsi davanti significa dover difendere la posizione, quindi magari non sempre si è tranquilli…


Si, esatto. Ero molto piccolino, soffrivo un po’ di più di pressione, avendo subito attaccato il precedente leader dopo averlo superato e non sapevo se mi passava di nuovo. Ero più in ansia.


C’era qualche differenza fra il kart usato nel campionato tricolore e quello del Mondiale? Hai avuto difficoltà a passare da uno all’altro?


Era uguale il kart: stesso motore in entrambi i campionati, stesse gomme.


Hai anche fatto esperienza negli Stati Uniti: cosa ci puoi raccontare a proposito e cosa ti ha lasciato?


Si, nel 2019, ho avuto la fortuna di correre con il team americano NF. I primi due round li avevamo fatti a gennaio e febbraio a Miami, dove sono andato molto bene terminando terzo e primo.

Sfortunatamente sono stato penalizzato, senza capire il perché. Devo dire però, che è stato molto bello, non tornare a Miami, ma a Las Vegas a Novembre, sempre nel 2019, a fare la ROK “The Rio”, dove abbiamo fatto Pole Position, vinto le manche…E conquistare il terzo posto in Finale è stata una bella emozione!

Comunque arrivare in un altro paese, come unico italiano e farsi vedere subito, è stato molto bello.


Quali sono le principali differenze fra il mondo del Motorsport a stelle e strisce rispetto all'Europa?


E’ molto differente: nel Campionato americano della ROK, si usano piste come se fossero cittadine, fatti con dei bandoli d’acqua o comunque non vere piste con l’asfalto. Sia a Miami che a Las Vegas corrono praticamente in un parcheggio di auto stradali.

Secondo me è un altro tipo di ambiente, dove anche tra i bambini si gioca sempre. Non ci sono i rivali… E’ sempre tutto un gioco, ma con tutte le persone.


C'è qualcosa che manca all'Italia rispetto al Motorsport d'oltreoceano e viceversa?


No, devo dire che anche qui in Italia e in Europa il kart è un ambiente sempre bellissimo.


Tra le tante esperienze che hai vissuto c'è anche quella come grid kid a Monza. Cos'ha significato per te? Che ricordo hai?


E’ stata anche quella un’emozione unica, perché ero piccolino, appena 11 anni fatti, stare insieme agli altri pilotini che eravamo, tutti che ci conoscevamo, per esempio Kimi Antonelli…

Stare con i piloti più grandi, quelli della Formula 1, stare lì accanto a loro anche solo per le foto è qualcosa di inspiegabile. E’ bellissimo!


Un po’ come i bambini che accompagnano i calciatori in campo, li vedi lì, con gli occhi che brillano…


Si, perché alla fine tu li hai sempre solo visti dalla televisione. E magari a trovarti lì proprio con loro a parlare… E’ molto bello.


Sul tracciato lombardo ci sei tornato 'da grande' e da pilota. Com'è stato?


E’ un altro tipo di emozione, perché come ho detto, magari con piloti già esperti, che conosciamo, ti ritrovi a correre contro di loro è bello

.

Poi Monza, devi accelerare al massimo…


Esatto


Come Mattia Michelotto, anche tu hai praticamente saltato le ruote scoperte, a differenza di molti altri tuoi colleghi che tradizionalmente provano la strada delle formule. A cosa è dovuta questa scelta?


Perchè abbiamo pensato, insieme a mio papà e il mio team manager Stefano, che le ruote coperte erano un ambiente dove avevi un po’ più di exploit rispetto alle formule. E poi preferisco le vetture GT alle formule.

Arrivare in Formula 1 non mi dispiacerebbe, certo, però le vetture Gran Turismo mi piacciono tanto.


Poi in questo momento sono categorie in espansione, maggiore sviluppo e ti dà maggiore possibilità


Nel Super Trofeo siamo tantissimi piloti. Siamo sempre oltre le 45 vetture in griglia. Siamo abbastanza.


Prima quando parlavi degli USA, hai citato i circuiti cittadini: preferisci questi o quelli permanenti?


Pista permanente, di sicuro.


A proposito di piloti italiani, quali sono secondo te quelli da tenere d'occhio per quanto riguarda il presente e futuro dell'Italia nel Motorsport?


Tra le formule si può dire Kimi, che è un mio grande amico e parliamo molto spesso. Devo dire che è da tenere d’occhio, perché va fortissimo. Anche Gabriele Minì va molto forte. Spero anche io di vederli vincere.


Come anticipato, tu hai solo 17 anni, immaginiamo tu vada ancora a scuola. Come ti gestisci fra pista e scuola, recuperare gli studi quando sei assente e così via?


Sicuramente è un impegno in più, anche perché manco abbastanza. Devo dire che non c’è problema: faccio una scuola professionale di meccanica. Anche gli amici mi tifano da casa, la vedono molto bene, mi sostengono sempre ed è un aspetto molto bello.


La figura dell'atleta a scuola non sempre viene vista di buon occhio proprio. In classe tua, invece, qual è il rapporto con i tuoi compagni e docenti? Si interessano al tuo sport?


Il mio migliore amico ed altri amici si mettono a vedere le gare in streaming su Youtube. Anche gli insegnanti, appunto perché faccio una scuola meccanica, sono molto presi da questa cosa, mi chiedono spesso come vanno le gare, come procede, se va tutto bene…


E’ anche più piacevole tornare a scuola se qualcuno si interessa a quello che fai extra scolasticamente


Si, sono molto felice. Non ti danno mai peso di nulla, se manchi…


Come concili lo studio con le gare?


Ora alle superiori non ho tantissimi problemi, perchè essendo un professionale si basano tanto sulla pratica. Nel caso in cui c’è qualcosa di importante da studiare o comunque abbiamo una verifica il giorno dopo la gara, mi porto il libro con me e cerco tra un turno e l’altro di studiare o ripassare l’argomento.


La tua famiglia invece ti segue nelle corse?


Mio papà viene sempre con me, però tutta la famiglia quando è weekend di gara guarda sempre tutte le gare in diretta su Youtube o comunque in televisione se possono. Però si, sempre.

Solo mio padre viene con me, mia mamma invece non viene spessissimo alle gare, perché non può, però quest’anno dovrebbe venire a Barcellona e alle Finali Mondiali: meglio così, ho più sostegno.


Come vive tua mamma il vederti in pista?


Posso dire che aveva più paura quando correvo in go-kart, anche perché il kart è un mezzo tutto scoperto, dove non hai cinture, né chissà quante protezioni. Ora che corro in macchina è molto tranquilla.


Il kart è un po’ più paragonabile alla moto, visto da fuori


Si, esatto, perché oltre al casco, alla tuta e al para costole non hai altre protezioni. E’ tutto aperto.


Di solito le mamme sono meno appassionate e più spaventate dai figli che fanno i piloti…


Giusto per quanto riguarda i kart. Il Motorsport alla fine è uno sport nel quale c’è sempre un po’ di paura che possa succedere qualcosa… Dal punto di vista di una mamma, vedere il proprio figlio che a 17 anni sfreccia a 280 km/h, un po’ di ansia c’è


Torniamo a parlare di aneddoti di pista. Vuoi condividere un episodio divertente che ti è successo in pista o nel paddock?


Di divertente non ricordo tantissimi episodi, però magari c’è stata qualche volta nei kart un contatto tra compagni di squadra, dove litigavi nel prato, ma una volta usciti dalla pista, magari si giocava a pallone insieme.


E’ un lato che rende il Motorsport bello…


Si, è sempre bello anche magari vedere i compagni di squadra si danno consigli fra di loro. Anche io tutt’ora con il mio compagno di squadra parliamo sempre, perché magari ci sono delle volte nel quale va più forte lui, altre io… Però tra di noi non c’è mai quella la superiorità di uno sull’altro, bisogna fare insieme per arrivare davanti.


Anche perché dal lato delle formule, man mano che vai avanti, questo aspetto si perde


Si, essendo una monoposto non devi dividere la vettura con un altro pilota.


La cosa più strana che ti è successa in abitacolo


Non mi sono successe molte cose strane in macchina, perciò non saprei dirtelo. Però sono successe cose per cui ero un po’ più in ansia: magari correre sul bagnato senza tergicristalli. Lì un po’ di ansia ce l’hai, perché già con l’acqua non vedi nulla, ma senza tergicristalli vai proprio alla cieca.


E’ un po’ una tragedia, rimani accecato dai fari


Si, esatto


Dove ti vedi fra qualche anno?


Spero, magari già dall’anno prossimo o un po’ più avanti di correre nel GT3, ma l’obbiettivo principale è quello di correre nei prototipi.


Intervista a cura di:

Giulia Scalerandi, Anna Botton e Dennis Mattetti - Articolo di Giulia Scalerandi