Petit Le Mans 2015, quella volta che Tandy e Porsche scrissero la storia ancora una volta

Oggi facciamo un tuffo nel 2015, con una gara che ha avuto dell'incredibile

Credit: Porsche Newsroom

3 Ottobre 2015: la stagione dell'IMSA Tudor United Sportscar Championship si chiude come da tradizione con la Petit Le Mans, sulla pista di Road Atlanta in Georgia, Stati Uniti. Da poco più di un anno la vecchia Rolex Grand-Am Series e l'American Le Mans Series si sono riunite per formare l'IMSA come lo conosciamo oggi e questa, senz'ombra di dubbio, sarà ricordata come una delle gare più memorabili della storia della serie. In 18 edizioni della gara voluta da Don Panoz nel 1998, mai si era vista così tanta pioggia.

Credit: Porsche Newsroom

Nella classe GTLM, il team Porsche GT America, operato da Core Autosport, si gioca il titolo costruttori contro la BMW Motorsport/Team RLL e la Corvette Pratt & Miller. Nel campionato piloti la Porsche #911 di Patrick Pilet è in battaglia con la BMW numero 25 di Dirk Werner e Bill Auberlen e la Corvette #3 di Antonio Garcia e Jan Magnussen. Dopo una qualifica disastrosa le due 911 RSR ufficiali partono dal fondo della griglia. La gara parte già bagnata, con una pioggia che aumenta di intensità con il passare dei giri: le RSR numero 911 e 912 iniziano una rimonta forsennata e passano al comando della classe GTLM. Le 991 RSR GTE di prima generazione, con il loro motore classico a sbalzo e con le nuove Michelin da bagnato con specifiche per il WEC, sono talmente performanti che piano piano entrambe le vetture iniziano a girare negli stessi tempi dei prototipi DPi della massima classe gommate Continental. 

Credit: Road Atlanta

La pioggia continua a cadere, la RSR numero 912 commette un errore in curva 1, finendo dapprima sull'erba e successivamente a muro, perdendo di conseguenza posizioni, ma la 911 condotta da Nick Tandy, Patrick Pilet, Richard Lietz continua la sua corsa irrefrenabile verso le posizioni di testa assolute, superando tutte le LMPC (le antenate delle moderne LMP3), andando ad insidiare le prime Daytona Prototypes. Vedere una vettura GT che surclassa due classi di prototipi sarebbe come vedere oggi una GT3 sorpassare delle LMP2 e delle Hypercar. Pura utopia. Dopo un po' la pioggia sembra essersi un po' calmata, ma proprio quando il peggio sembrava passato la perturbazione aumenta di intensità, creando delle enormi pozze d'acqua in pista e causando multipli incidenti e Safety Car. Numerosi prototipi e GT finiscono fuori pista per le condizioni di pista orribili, diventa persino quasi impossibile percorrere il famoso Back-straight (il rettilineo più lungo della pista) a tavoletta. L'organizzazione decide di dare bandiera rossa, le condizioni sono davvero improponibili. La gara riprenderà dopo circa 1 ora, ma la storia rimarrà la stessa. Le RSR sono le più veloci in pista! 

La pioggia continua a cadere, Nick Tandy al volante è inarrestabile. Seguito dalla BMW Z4 numero 24 non in battaglia per il titolo, l'inglese passa in prima posizione nel giro 187, superando la Corvette DPi Whelen della Action Express, guidata da Eric Curran. La notte sta per scendere e le condizioni rimangono pessime. Due GTLM sono davanti a tutti dopo quasi 8 ore di gara. Qualche istante dopo il sorpasso, bandiere gialle ed entra in pista Safety Car. Il calare del buio non ha migliorato la situazione e la pioggia non ha intenzione di diminuire la sua intensità. 

Credit: USA Today

Proprio quando stava per scoccare l'ottava ora di gara, al giro 199 accade l'inaspettato: il direttore di gara sventola la bandiera a scacchi decretando la fine della gara.


Per la prima volta nella storia delle competizioni Endurance multiclasse moderne, una vettura GT vince una gara assoluta davanti a non una, ma ben due classi di prototipi. L'ultima volta nel quale si verificò una situazione analoga, fu 14 anni prima, quando la Corvette vinse la 24 Ore di Daytona assoluta, anche se le circostanze furono diverse. La gioia di Nick, Patrick e Richard è incontenibile. 


Porsche vince il titolo costruttori. Patrick Pilet è campione IMSA GTLM.

La Porsche riscrive la storia ancora una volta. 

Credit: Motorsport Magazine

A cura di: 

Luca Mancini